Londra reinventa la Borsa su blockchain. Intanto Zurigo e Sydney...

Roos, London stock exchange group: “L’idea è quella di utilizzare la tecnologia digitale per rendere il processo più semplice, agevole, economico e trasparente. E regolamentarlo”
Ad aver abbracciato la blockchain finora non è stata solo la Borsa di Londra. In Italia, per esempio, Bankitalia sta effettuando sperimentazioni nell’ambito della tokenizzazione
Borse a lavoro sui token. Le ultime notizie arrivano dal London stock exchange group che, secondo quanto annunciato dal Financial Times, starebbe sviluppando una piattaforma che consente di offrire un’ampia gamma di asset finanziari tradizionali sulla blockchain. “L’idea è quella di utilizzare la tecnologia digitale per rendere il processo più semplice, agevole, economico e trasparente. E regolamentarlo”, ha dichiarato al quotidiano economico-finanziario britannico Murray Roos, head of capital markets di Lseg. Se i suoi piani andassero in porto, la Borsa di Londra sarebbe la prima grande borsa valori a offrire agli investitori un ecosistema che copre l’intero ciclo di vita dei titoli finanziari, dall’emissione alla negoziazione.
“Lseg ha annunciato di volere gestire l’intero ciclo di vita degli asset tramite una piattaforma blockchain, dall’emissione dei titoli, alla custodia, allo scambio”, conferma a We Wealth Valeria Portale, direttrice dell'Osservatorio blockchain & distributed ledger del Politecnico di Milano. “Ancora purtroppo non sono state rilasciate le specifiche tecniche della piattaforma. Ma, per provare a immaginare il suo funzionamento, possiamo rifarci alle numerose sperimentazioni internazionali in ambito tokenizzazione. In questi contesti l’asset è rappresentato digitalmente da un token, che esiste sulla blockchain. Questo token può essere custodito e scambiato direttamente tramite la piattaforma”. Come nel caso del Six digital exchange (Sdx), aggiunge l’esperta, una piattaforma per trader, broker, banchieri e aziende per esplorare il mondo delle risorse digitali.
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In generale, continua Portale, la tokenizzazione delle securities e la digitalizzazione on-chain dei meccanismi di scambio possono consentire di raggiungere chiunque nel mondo (sempre che la piattaforma rispetti le normative locali). “Questa tecnologia ridefinisce i ruoli all’interno dell’industria, potenzialmente tagliando la necessità d’intermediazione di alcuni attori”, spiega. “La blockchain abilita inoltre la possibilità di avere finalità istantanea degli scambi, concetto che viene spesso citato come Delivery versus payment”. Un cambio di paradigma che può introdurre enormi efficienze di processo, commenta l’esperta, citando infine vantaggi in termini di maggiore trasparenza e tracciabilità di processo.
Ad aver abbracciato la blockchain finora, tra l’altro, non è stata solo la Borsa di Londra. In Italia la Banca d’Italia sta effettuando delle sperimentazioni in ambito tokenizzazione, ma anche Mediobanca ha recentemente avviato una sperimentazione sulla tokenizzazione delle quote di un fondo di investimenti (così come Azimut). “Il progetto più famoso in Italia è quello delle Fideiussioni Digitali, che si pone l’obiettivo di creare una piattaforma collaborativa digitale di sistema finalizzata alla digitalizzazione e dematerializzazione della fideiussione, bancaria e assicurativa”, racconta Portale. “Ma anche a livello internazionale ci sono diversi progetti. Uno dei primi e il più famoso, è stato quello condotto dalla Borsa Australiana, iniziativa però fallita. Doveroso è citare anche Sdx, entità creata dalla Borsa di Zurigo”.
Un altro progetto, riferisce ancora Portale, è Canton Network, iniziativa di ecosistema partecipata dalla stessa borsa australiana ma anche da Goldman Sachs, Bnp Paribas, Deutsche Börse Group e S&P Global, tra gli altri. Per potere sfruttare al massimo le potenzialità di questa tecnologia, conclude tuttavia, sarebbe ottimale che diverse giurisdizioni operino sullo stesso registro, oppure su registri che possano facilmente comunicare tra loro in maniera sicura. “La creazione di più iniziative in competizione l’una con l’altra può diminuire l’efficacia di queste piattaforme, frammentando ulteriormente il mercato, invece di unificarlo”, dichiara Portale.