Fondi passivi a tutto gas con la cedola sprint

Laura Magna
Laura Magna
21.6.2022
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Il settore azionario vincente nei fondi passivi, secondo l’analisi di Mornigstar Direct, è quello dell’energia che in media ha reso il 27,5% da inizio anno e oltre il 50% a un anno. Le aziende hanno ripreso a staccare le cedole, che in valore hanno raggiunto il record di tutti i tempi nel 2021

I titoli ad elevato dividendo tornano a pagare. Il trend era già iniziato nel terzo trimestre 2021, quando lo Janus Henderson Global Dividend Index segnalava la ripresa della distribuzione di cedole, aumentata al tasso record del 22% anno su anno. In quel trimestre i dividendi avevano raggiunto il massimo storico trimestrale di 403,5 miliardi di dollari: il 2021 si è chiuso a quota 1.473 miliardi di dollari e per il 2022 la stima è a 1.540 miliardi di dollari, un aumento complessivo del 4,6%. Il primo trimestre dell’anno, che è un periodo relativamente fiacco per lo stacco delle cedole, è stato d’altronde il migliore di sempre: i dividendi globali sono aumentati dell'11% raggiungendo un valore di 302,5 miliardi di dollari, un record per il primo trimestre. L’81% delle società ha aumentato il valore del suo dividendo, il 99% in Usa.

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Il rendimento medio del settore da inizio anno è del 27,5% (e del 51,3% a un anno). L’ultimo fondo della top ten, il fondo passivo di State Street Spdr Msci Europe Energy ha reso il 23,3%, contro il 47,6% del migliore, sempre di State Street e focalizzato sull’energy Usa (lo Spdr S&P Us Energy Select Sector Etf). Su un livello simile (+47,1%) si è attestato l’Invesco Energy S&P Us Select Sector Etf; mentre poco sotto il 40% si sono piazzati l’Xtrackers Msci World Energy Etf; il Lyxor Msci World Energy Tr Etf e l’Amundi Is Msci World Energy Etf. Questi replicanti hanno costi di gestione bassissimi, tra lo 0,15% e lo 0,5%.

Nel settore che Janus Henderson nel suo indice individua come petrolio, gas ed energia, la crescita dei dividendi nel primo trimestre è stata del 36,7% (seconda solo a quella dei titoli industriali). Una crescita che riflette la ripresa dei prezzi dell’energia a partire dai livelli estremamente bassi durante la pandemia. C’è qualche differenza intra-settoriale: alcune aziende che avevano resistito ai tagli durante la pandemia, come Total Energies, non aumentano le distribuzioni. Altre aziende (come Equinor, BP, Shell) stanno aumentando i dividendi che avevano tagliato nel 2020, grazie al forte aumento del prezzo del greggio.

Giornalista professionista dal 2002, una laurea in Scienze della Comunicazione con una tesi sull'intelligenza artificiale e un master della Luiss in Giornalismo e Comunicazione di Impresa. Scrivo di macroeconomia, mercato italiano e globale, investimenti e risparmio gestito, storie di aziende. Ho lavorato per Il Mattino di Napoli; RaiNews24 e la Reuters a Roma; poi Borsa&Finanza, il Mondo e Plus24 a Milano. Oggi mi occupo del coordinamento del Magazine We Wealth (e di quello di tre figli tra infanzia e adolescenza). Collaboro anche con MF Milano Finanza.

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