Investimenti sostenibili: è tempo di dare senso ai propri risparmi
I risparmiatori si mostrano sempre più propensi a investire in maniera coerente con i propri valori e convinzioni. L’impegno di aiutare l’ambiente in questi ultimi anni sta trovando un importante sbocco nella copiosa offerta di fondi sostenibili che, appunto, integrano considerazioni ambientali, sociali e di governance (Esg) nel processo di investimento. Basti pensare che solo in Europa a fine 2021 i fondi Esg erano in totale 4.461, segnando un +40% rispetto al 2020, secondo i dati Morningstar. I fondi attenti all’ambiente rappresentano il perfetto equilibrio tra un approccio sostenibile e i più tradizionali elementi di valutazione finanziaria quali la redditività delle aziende in cui si investe.
Investimenti sostenibili, da dove partire
Carmignac spiega che i gestori di fondi sostenibili, attraverso le loro scelte, finanziano
aziende o Stati che contribuiscono attivamente allo sviluppo sostenibile. Questo non è
limitato alla lotta contro il cambiamento climatico, ma include anche un impegno sociale,
come garantire il benessere dei dipendenti o assicurare un alto livello di governance. Non si
tratta solo di un lavoro di inclusione, ma anche esclusione: è infatti possibile scartare
dall’universo di investimento alcuni settori di attività, come gli armamenti o il tabacco.
Sempre più voglia di sostenibilità
Aumentando sempre di più la richiesta per investimenti sostenibili, il mercato non può fare altro che rispondere e, proprio per questo, sempre più fondi implementano solide strategie di investimento socialmente responsabile. Tra il 2017, quando l’interesse è iniziato a crescere, e il 2021, i fondi azionari sostenibili hanno registrato una raccolta netta di 483 miliardi di euro, più che raddoppiando quello che invece hanno raccolto i fondi tradizionali (188 miliardi) nello stesso periodo, secondo i dati di Morningstar e Carmignac.
Avere una crescita così rapida può portare con sé delle ombre, ma in risposta a questo l’Unione Europea ha proposto nel 2018 un regolamento su misura, il Sustainable disclosure regulation (Sfdr), che poi è entrato ufficialmente in vigore a marzo 2021. Si tratta di una normativa che ha come obiettivo principale quello di sensibilizzare e mantenere un alto livello di trasparenza in materia di finanza sostenibile, standardizzando le indicazioni sulle caratteristiche ambientali e sociali da rispettare, rendendole confrontabili tra diverse aziende.
Diversificare il portafoglio con parola d’ordine sostenibilità
Viste le incertezze che il mercato sta affrontando, proteggere il portafoglio e ottimizzarne la performance rimangono gli obiettivi principali degli investitori. I fondi sostenibili rappresentano, in questo senso, una possibilità molto interessante anche in ottica di diversificazione. Gli esperti di Carmignac spiegano che “gli studi tendono a dimostrare che investire nei fondi sostenibili non significa rinunciare a ottenere buoni risultati”. Infatti, i fondi che hanno integrato obiettivi quantitativi in materia di investimento sostenibili hanno registrato un +13% di rendimento annuo tra il 2019 e il 2021 e anche le case di gestione che promuovono un impegno ambientale e sociale hanno performato molto bene, segnando un +12,5%. Mentre quelle che non hanno adottato un criterio specifico di sostenibilità hanno registrato, nello stesso periodo, un rendimento annuo del 10,6% al netto delle spese, secondo i dati di fine marzo 2022 di Morningstar e Carmignac.
Gli esperti di Carmignac concludono ricordando anche che “i fondi sostenibili hanno dato prova di resilienza nei periodi di crisi”, limitando le perdite in piena pandemia. Secondo l’analisi di Novethic, nel primo semestre del 2020 la performance negativa dei fondi azionari sostenibili è stata del 6,5% rispetto alla flessione del 13,5% segnato dalle azioni delle 600 maggiori società europee (STOXX Europe 600).