50 sfumature di idrogeno: quando il verde diventa il nuovo nero

Matilde Sperlinga
27.6.2023
Tempo di lettura: 3'
L’idrogeno verde sembra mostrare la strada alternativa ai combustibili fossili. Non per niente diversi paesi e aziende hanno iniziato a investire in questo elemento che favorisce la transizione energetica. Scopriamo quali effettive potenzialità con BNP Paribas Asset Management

Che cosa è verde, ma allo stesso tempo trasparente; senza materia, ma molto potente; gas, ma anche liquido? L’idrogeno verde è tutto questo e molto di più. Questo elemento infatti potrebbe fare la differenza nella transizione energetica. Se lo si guarda in ottica di sostenibilità, l’idrogeno verde potrà rappresentare un valido sostituto del gas naturale, favorendo cosi la riduzione delle emissioni di gas serra di diversi Paesi. Tanto che, secondo Bloomberg NEF, potrebbe arrivare a rappresentare tra il 10% e il 30% dell’approvvigionamento energetico globale.


L’idrogeno dai mille colori: dal grigio al verde, passando per il blu

“Attualmente la maggior parte della produzione di idrogeno è grigia, ovvero prodotta utilizzando gas fossile o carbone. L’idrogeno blu è prodotto nello stesso modo dell’idrogeno grigio, ma la CO2 viene catturata durante il processo di produzione e stoccata in modo permanente nel sottosuolo. L’idrogeno verde, invece, è prodotto attraverso l’elettrolisi dell’acqua con energia rinnovabile al 100% o quasi e con emissioni gas prossime allo zero”. Così Thibaud Clisson, Senior ESG analist di BNP Paribas Asset Management, ha presentato le diverse sfumature dell’idrogeno.

Le potenzialità che si nascondono dietro l’idrogeno verde sono enormi. Si tratta, infatti, del settore a più rapida crescita nella transizione energetica e gli investimenti in questo ambito sono più che triplicati nel 2022, arrivando 1,2 miliardi di dollari.




Un futuro tutto verde (e a basso costo)

Per soddisfare le esigenze future, però, la strada è ancora lunga. Secondo l’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili, sono necessari 88 miliardi di dollari di investimenti. Alcuni Paesi hanno però già iniziato a muoversi, negli ultimi due anni lo slancio in questo senso è cresciuto in modo spettacolare grazie al supporto degli Stati Uniti, con l’Inflation Reduction Act (IRA) e dell’Europa, con il piano RePowerEU. Ma non sono gli unici, a livello globale sono stati investiti oltre 126 miliardi di dollari, secondo le stime di Bloomberg NEF. La Germania, partendo dalla città di Amburgo, ha deciso di sostenere l’economia dell’idrogeno, poi il Ministero tedesco per gli Affari Digitali e i Trasporti fornirà 16,6 milioni di euro in fondi a sostegno delle aziende di autobus del Saarland, per la conversione a motori puliti, che sfruttino l’idrogeno; l’Arabia Saudita ha approvato un memorandum di intesa con la Cina sul tema; ma anche Francia, Spagna, Portogallo e India hanno stanziato milioni di euro per lo sviluppo dell’H2 verde. Ormai sono più di 30 le nazioni che si sono impegnate in questo senso e, nel corso del 2023, sono destinate ad aumentare.


Tra tutti i progetti, spiccano per magnitudo quello statunitense e quello europeo. “L’IRA prevede 10 miliardi di dollari di finanziamenti legati all’idrogeno, tra cui hub regionali, un programma di riduzione dei costi e iniziative a sostegno della produzione di apparecchiature e delle catene di approvvigionamento nazionali”, spiega l’esperto. D’altro canto, nonostante l’Europa abbia deciso di investire nell’idrogeno verde prima rispetto agli Stati Uniti, il ritmo è più lento. L’ambizioso obiettivo è quello di raddoppiare la quantità di H2 verde disponibile per il consumo entro il 2030, oltre che lanciare una Banca europea dell’idrogeno dal valore di 3 miliardi di euro.


L’idrogeno verde non solo risulta interessante per il supporto che potrebbe dare verso un processo di transizione, ma si tratta anche di un’opzione competitiva, sia rispetto all’idrogeno blu, che rispetto agli attuali prezzi del gas in Europa. Anzi, nel futuro il prezzo dell’H2 verde continuerà ad abbassarsi, cosa che non si può invece dire della sua controparte blu: quest’ultimo risente degli alti prezzi del gas, non risolve il problema di dipendenza dai combustibili fossili, consuma il doppio dell’acqua ed emette il doppio del carbonio durante il processo di produzione rispetto all’idrogeno verde.


Una scelta sostenibile e un investimento lungimirante

Guardando all’idrogeno verde si può ancora parlare di un trend emergente, che offre grandi opportunità agli investitori. In un futuro in cui questo sarà fondamentale, diventeranno necessarie le infrastrutture per produrlo, fare rifornimento, stoccarlo e trasportarlo. Inoltre, “riteniamo che il sostegno di istituzioni sovranazionali come la Banca Europea per gli Investimenti e la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo possa contribuire a ridurre il rischio dei progetti per i finanziatori commerciali e a rassicurare gli investitori”, conclude Clisson.



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